Prosegue la discussione a distanza tra il Patron Pulcinelli e il giornalista Pedullà.
Prosegue la discussione a distanza tra il Patron Pulcinelli e il giornalista Pedullà.
Il sito www.alfredopedulla.com il 21.05.2020 pubblicava l’articolo “Il retroscena: Ascoli, ipotesi cessione in caso di proposta seria e affidabile” il giorno 22 May 2020 sul sito www.ascolicalcio1898.it l’Ascoli rispondeva con il comunicato ” Patron Pulcinelli smentisce la cessione del Club e annuncia le prossime strategie“. immediata risposta dal sito www.alfredopedulla.com con l’articolo “Caro Pulcinelli, la sua smentita è una conferma. L’Ascoli in A è l’unica cosa che conta”
La discussione prosegue il 23.05.2020 il sito www.alfredopedulla.com, Ascoli, i segreti di Pulcinelli: storia di una programmazione al contrario.
Oggi giunge la risposta del Patron bianconero Massimo Pulcinelli.
Ascoli Calcio, ecco la risposta
“Chi vuole il bene degli altri racconta loro la verità, chi vuole il proprio bene racconta loro quello che vogliono sentirsi dire. E richiamare l’immagine di Costantino Rozzi in questo momento rappresenta esattamente questo. Scrivere qualcosa perché si crede che questo è quello che chi legge vorrebbe sentire. Ma chi lo scrive, evidentemente non ha ascoltato o letto quello che ho detto in più occasioni: che l’esperienza ad Ascoli è partita con altri obiettivi e che oggi, per responsabilità mie e per scelte mie che si sono rivelate sbagliate, mi sono ritrovato una squadra costruita per ambire ai playoff che si ritrova in una posizione in classifica assolutamente non voluta nei programmi. Ho aggiunto che “Il calcio ti dà risposte sul campo” e a me non ne ha date. Curioso che né il Sig. Alfredo Pedullà né nessun altro giornalista abbia riportato queste frasi.
Poi penso che probabilmente porsi su un pulpito a giudicare sia semplice per qualsiasi giornalista sportivo che, però, non investe passione, tempo e denaro per un Club. Ma un giornalista sportivo che, tra l’altro, confonde il Proprietario col Presidente (che è il Dott. Carlo Neri), lavora grazie a chi il calcio lo fa. Non crea posti di lavoro. Non paga stipendi e porta avanti l’economia di un Paese.