Basket

ASCOLI P./ CEMPINI: “QUI DOPO VENT’ANNI E’ TORNATO IL BASKET CHE CONTA”.

 ASCOLI PICENO, 14 NOV. – Andrea Cempini, classe 1970, pisano di nascita, ma scuola Virtus Bologna. È lui il protagonista di questo ottimo avvio dell’Ascoli Towers Basket al debutto nel campionato di C nazionale.

Gli Ascolani, diretti dietro la scrivania dal presidente Luigi Prevignano e guidati sul parquet dal coach Maurizio Caponi, hanno vinto 4 partite su 7 disputate ed attualmente sono in piena zona play-off. Cempini di questo gruppo è l’unico giocatore davvero navigato che si è dimostrato ancora una volta nella sua importante carriera un vero e proprio faro per i compagni di squadra.

Capitan Cempini, cosa pensi di questa prima parte di stagione?

“Ogni società quando progetta una nuova stagione si pone sempre degli obbiettivi da raggiungere ed in questo caso il nostro, al primo anno di C nazionale, è salvarsi al più presto possibile per poi programmare un futuro solido lungo e radioso. Finora il nostro percorso è nella norma. Dobbiamo da qui in avanti vincere tutte le partite in casa, grazie anche all’aiuto del pubblico e fare qualche scherzetto lontano da casa ad alcune delle nostre dirette concorrenti alla salvezza.

– La stagione più bella sinora?

“Le stagioni più belle sono quelle dove vinci un campionato di squadra, ovvero l’obbiettivo massimo che una società si pone quando progetta una stagione. Ne ho vinti ben 4 di campionati e sono stati tutti stupendi, però è sempre l’ultimo che rimane più impresso: l’anno scorso a Rieti è stata una stagione quasi perfetta. Ho giocato 3 stagioni in A da protagonista, prima di avere un grosso infortunio ad entrambe le ginocchia che mi ha frenato di brutto la carriera in A, ma la più bella è stata senza dubbio quella giocata a Castel Maggiore dove sono stato il miglior realizzatore italiano a 17,5 punti a partita, una bella soddisfazione personale”.
– La stagione invece da dimenticare?

“Stò giocando la mia 24esima stagione, non sono state tutte rose e fiori ma non mi posso lamentare. L’unica da dimenticare è forse quella 2004/2005 a San Severo. Mi è capitato di tutto pure un incidente stradale il giorno di Natale, che poteva finire molto male ma me la sono cavata restando fuori però 3 mesi”.
-Come immagini il tuo futuro quando appenderai le fatidiche scarpette al chiodo?

“Brutta domanda alla quale faccio fatica a rispondere, perché vuol dire che quel giorno si avvicina sempre di più. Preferisco non pensarci allenandomi sempre più a fare canestro e finché lo farò a mollare non ci penso neppure. Però fare il General manager o il Direttore sportivo non mi dispiacerebbe, perché per fare l’allenatore ci vuole tanta di quella pazienza che io non ho”.
-Che pensi dei tuoi compagni qui ad Ascoli?

“Questa è la risposta più facile, perché i miei compagni di squadra sono tutti dei bravi ragazzi, abbiamo fatto subito gruppo, c’è amicizia armonia e tanta voglia di lavorare, perché sono giovani inesperti e vogliosi di imparare. Vado d’accordo con tutti sopratutto con quelli della Foresteria. Ultimamente ho stretto una particolare amicizia con Elia perché andiamo all’allenamento insieme in macchina da San Benedetto. Poi c’è Daniele Aniello, un giocatore che ammiro molto sia per le sue qualità di atleta sia per la dedizione e la passione che mette in questo sport allenando e gestendo addirittura tutto il nostro settore giovanile, stando in palestra dalla mattina alla sera. Questa è la pazienza alla quale mi riferivo prima, grande persona, anche se per me avrebbe più futuro partecipando a “Uomini e Donne”.
– Lo Staff ascolano?

“Il coach Caponi lo devo ringraziare perché è stata una delle prime persone a contattarmi questa estate, facendo lui personalmente la trattativa, credendo in me. Per questo ho accettato quest’ennesima sfida insieme a lui per far crescere questa nuova società. È un allenatore preparato che sa come gestire un gruppo di giovani con un  personaggio ingombrante come me, anche non facile da gestire. Ringrazio anche il presidente Prevignano, perché è lui che porta avanti questo impegno gravoso anche economicamente e con lui tutto lo staff di dirigenti, sperando di ottenere presto quei risultati che ci siamo prefissati all’inizio stagione”.
– Come ti sembra l’ambiente Bianco-Nero?

“Ad Ascoli la pallacanestro vera, cioè quella di un campionato nazionale, mancava da 20 anni, la società sta facendo di tutto per portare i tifosi al palazzetto perché senza il famoso sesto uomo in campo non si va da nessuna parte. Adesso il nuovo accordo con l’Ascoli calcio speriamo ci possa far ottenere una sinergia, un gemellaggio tra calcio e basket, e che abbia un risultato positivo da ambo le parti”.
-Obiettivi di stagione e personali?

“L’obiettivo stagionale come ho già detto è la salvezza da raggiungere quanto prima e il mio primo obiettivo è quello di ottenere questo risultato per la società e per i tifosi di questa città”.

– Il tuo idolo sportivo?
”Non ho un unico idolo vero e proprio. Per me tutti i grandi del basket sono idoli, a partire da Michael Jordan a tanti grandi nomi con cui ho avuto la fortuna di giocare o di vederli con i miei occhi, per finire con gli attuali campioni NBA, uno sopra a tutti, un europeo nel mio ruolo, Dirk Nowtzki”.
-Vuoi approfittarne per ringraziare qualcuno in particolar modo?

“Ringrazio tutti coloro che hanno creduto e che credono ancora in me, in questa mia lunga carriera. Un ringraziamento particolare va al mio angelo guida, la mia Fede, che da 7 anni mi sopporta e supporta”.