Ascoli Piceno Sindaco Fioravanti “Referendum Valle Castellana, il Pd cerca solo un pretesto per finire sulla stampa locale?”
«Con grande stupore e meraviglia, leggo di inutili e pretestuose accuse da parte del gruppo consiliare del Pd su un mio presunto “imbarazzante silenzio” in merito all’eventuale ingresso di Valle Castellana nella regione Marche e quindi nella provincia di Ascoli Piceno.
Evidentemente la scorsa domenica il gruppo consiliare del Pd era troppo impegnato ad abbronzarsi in spiaggia per non accorgersi di come, sulle pagine di un noto quotidiano locale, il sottoscritto abbia rilasciato alcune dichiarazioni proprio in merito alla situazione che in queste ore sta vivendo la comunità di Valle Castellana.
A tal proposito, visto che a qualcuno sembra sia sfuggito questo “piccolo dettaglio”, ribadisco testualmente quanto riportato dal suddetto quotidiano in data 7 luglio 2019: “[…] Dopo l’approvazione ufficiale da parte del consiglio comunale di Valle Castellana per l’indizione del referendum per poter entrare nelle Marche e nel Piceno, le intenzioni cominciano ad assumere i contorni della concretezza. Un segnale che qualcuno, sulla sponda ascolana, ha già recepito porgendo il benvenuto al comune abruzzese. Il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, non ha dubbi: “Ritengo che il Piceno, per avere una grande visione futura, debba avere la capacità di aprirsi. E questa richiesta di Valle Castellana a mio avviso non è solo un’importante opportunità per il territorio, ma anche per migliorare la qualità delle politiche della montagna e tutto ciò che riguarda il rilancio di Monte Piselli”.
Ritengo quindi che i vari “imbarazzante silenzio” e “mancanza di un segnale, un commento, una riflessione politica” millantati dal Pd nella propria nota siano da ritenersi assolutamente fuori luogo. O qualcuno sta cercando solo un pretesto per ritagliarsi un piccolo spazio sulla stampa locale?
Colgo l’occasione comunque per ribadire come questa amministrazione e – mi auguro tutta la città – sia pronta ad accogliere a braccia aperte la comunità di Valle Castellana. Sicuramente, e di questo siamo consapevoli, ci saranno inevitabili difficoltà burocratiche e amministrative ad accompagnare l’eventuale ingresso dei nostri vicini abruzzesi nella regione Marche. Ma non sarà di certo questo a negare loro il nostro più caloroso benvenuto: anzi, siamo convinti che un approdo di Valle Castellana nel Piceno possa solo dare nuovo slancio turistico ed economico al territorio inteso nella sua più completa totalità. Per questo motivo, se la comunità di Valle Castellana deciderà con il voto dei propri cittadini di entrare a far parte della nostra regione, saremo pronti ad ampliare i nostri confini e ad accoglierli come fratelli.
Voglio concludere questa nota che – mio malgrado – mi sono trovato costretto a scrivere, ribadendo ancora una volta ciò che ho detto in campagna elettorale e al momento del mio giuramento da sindaco: la nostra amministrazione è pronta a collaborare con tutti, anche con le forze dell’opposizione, su progetti, tematiche, attività e iniziative indirizzate al miglioramento della nostra città e del territorio limitrofo. Per farlo però, sono convinto che non si possano sprecare energie in polemiche inutili e strumentali come quella che il Pd locale ha (malamente e infelicemente, visti i risultati) provato a sollevare. Il tempo dei litigi è finito, mi auguro che chi le provi tutte per ritagliarsi un piccolo momento di (presunta) gloria lo comprenda una volta per tutte».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore con delega al Cotuge Massimiliano Brugni: «Nel mese di giugno la delegazione del Cotuge è stata ricevuta dalla dottoressa Casini e dal sindaco Fioravanti. A entrambi sono stati presentanti i documenti del referendum ed entrambi hanno accolto con entusiasmo tale iniziativa, sperando in un risultato che possa vedere Valle Castellana annessa al territorio marchigiano e ascolano. Si è però optato per un cauto intervento in ambito di comunicazione sia perché i documenti devono ancora essere presentati presso le sedi centrali competenti di Roma sia perché crediamo non sia corretto intervenire in questa delicata fase di campagna referendaria. L’amministrazione seguirà comunque costantemente l’evoluzione dei fatti, ma un appunto va fatto alla Provincia che non ha ancora il suo delegato nell’assemblea dei soci del Cotuge: e questa è una grave mancanza».