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ATLETICA, DIAMOND LEAGUE: DOMANI ASTA A LOSANNA, STECCHI TRA LE STAR

Mercoledì 2 settembre torna la Diamond League e in gara c’è Claudio Stecchi. Per l’azzurro l’appuntamento è di prestigio, la classica Athletissima di Losanna, in Svizzera, quest’anno trasformata in un “city event” di salto con l’asta maschile e femminile a Place de l’Europe. Il cast è di prim’ordine soprattutto nella gara uomini, che comprende lo statunitense due volte campione mondiale Sam Kendricks e il primatista del mondo Armand Duplantis, senza contare la “rentrée” ad alto livello dell’ex-primatista e campione olimpico 2012 Renaud Lavillenie, tornato a gareggiare sabato scorso a Pierre-Bénite (5,71). Oltre a questi magnifici interpreti della specialità, sono iscritti il brasiliano campione olimpico Thiago Braz, gli altri statunitensi Cole Walsh e Chris Nilsen e il polacco oro europeo indoor e già iridato Pawel Wojciechowski. Si presenta quindi per Stecchi una ghiotta occasione di riportarsi in quota, dopo la delusione degli Assoluti di Padova, dove con tre nulli all’ingresso in gara a 5,25 non ha messo a registro alcuna misura.

Per il fiorentino una stagione dettata dai tre meeting indoor dello scorso inverno, il secondo posto a Orléans nell’esordio (5,72), il terzo posto di Bordeaux (5,73, primato stagionale) e il sesto di Karlsruhe (5,60), prima della chiusura poco fortunata a Lodz, vittima di un fastidio al bicipite femorale avvertito durante la fase di riscaldamento. All’aperto, l’azzurro finalista mondiale ha ripreso il cammino agonistico con l’esordio a Castelporziano (5,40), per poi salire a 5,50 nella serata della Diamond League di Montecarlo (quarto posto) e infine incappare nella giornata poco felice degli Assoluti.

Nella gara femminile, che si svolgerà in contemporanea a quella maschile dalle ore 18.00 con un numero massimo di mille spettatori a causa delle restrizioni dettate dalla situazione sanitaria, la qualità dell’evento è garantita dalla presenza della primatista britannica Holly Bradshaw e di quella slovena Tina Sutej, dall’elvetica Angelica Moser, dalla svedese Angelica Bengtsson e dalla venezuelana Robeilys Peinado. Non ci saranno invece stavolta la greca campionessa olimpica Katerina Stefanidi, la statunitense d’argento a Rio Sandi Morris e l’iridata di Doha Anzhelika Sidorova.

TV – Il meeting di Losanna sarà trasmesso in diretta, mercoledì 2 settembre, su Sky Sport Uno e Sky Sport Arena (canale 201 e 204 Sky) dalle 18 alle 20.

LEGGI: http://www.fidal.it/content/Solo-asta-a-Losanna-Stecchi-per-il-riscatto/128716

3 SETTEMBRE 1960: SESSANT’ANNI FA L’ORO OLIMPICO DI BERRUTI A ROMA
Il 3 settembre saranno passati sessant’anni dall’oro olimpico di Livio Berruti nei 200 ai Giochi di Roma 1960: per sempre una delle maggiori imprese dello sport italiano.

Per molti Livio Berruti è una foto in bianco e nero scattata il 3 settembre 1960, sessant’anni fa: se tagliata verticale mostrava un giovanotto con occhiali scuri che, solo, tagliava il traguardo o spezzava il filo di lana, come usava dire. Se la foto era appena più larga, offriva un americano (Les Carney) che stava rinvenendo. Troppo tardi. Un decimo o sette centesimi, 20.5 a 20.6, 20.62 a 20.69, a seconda del cronometraggio manuale o elettrico.

È passata alla storia come l’impresa che ha segnato un’esistenza, l’atletica italiana e lo sport azzurro grazie al semplice schema che la governa e che esclude l’introduzione di inutili parametri: Berruti, due record del mondo in un paio d’ore, battendo in semifinale i tre primatisti, conquistando la medaglia d’oro – primo europeo, primo mediterraneo dopo dieci americani e due canadesi – in quella che i puristi e gli studiosi ritengono a ragione la cellula formativa dello sport antico e moderno. Lo “stadio”, poco meno di 200 metri, era nei primi Giochi l’unico terreno di contesa tra i giovani greci e i “coloniali” che venivano da oltremare.

Berruti è quella foto, e per molti italiani che in quei giorni e per quei Giochi romani si erano dotati di un apparecchio televisivo fu una piacevole sorpresa, un motivo d’orgoglio. Ma tanti del compìto giovanotto, studente in chimica, sapevano abbastanza poco. Ne sapevano a sufficienza i “suiveur” di Track and Field News che alla fine di un 1959 densissimo di gare lo inserirono al secondo posto nel ranking dei 200, alle spalle di Ray Norton. Buona parte della promozione alle zone più nobili dipese dalla vittoria netta di Livio l’8 agosto a Malmoe. Sino a quel momento, 4-0 per Norton, tre sui 100 e una sui 200. Magnifica curva, impervia per Ray: 20.8 contro 21.0. Per Livio, record italiano con curva completa: a quel tempo diverse piste avevano sviluppi maggiori.

A questo punto è bene approfittare del prezioso libro di Claudio Gregori (“Livio Berruti, il romanzo di un campione e del suo tempo”) per offrire un virgolettato molto significativo: “Lì mi è venuta la prima idea, sia pure assai labile, di vittoria olimpica. Avevo capito che la mia forza era la curva. La leggerezza e la scioltezza mi permettevano di affrontarla meglio di chiunque altro. Opposto a un atleta di potenza come Norton potevo vincere obbligandolo a seguirmi e facendolo imballare nel tratto iniziale”.

IL RACCONTO COMPLETO: http://www.fidal.it/content/Livio-Berruti-sessant’anni-da-leggenda/128717