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Considerazioni sul nuovo Piano Sanitario Regione Marche e problematiche delle persone con disabilità

altCon la legge regionale 17, con cui dal 1 ottobre 2011 sono state istituite le Aree Vaste,si prevede che in ogni area vasta ci sia un unico dipartimento di prevenzione, un unico dipartimento di salute mentale, una sola direzione di presidio ospedaliero, anche se ci sono più stabilimenti (edifici), e dipartimenti unificati per ogni presidio ospedaliero; in pratica la direzione dell’ospedale è unica , anche se restano le  strutture fisiche separate.

Riguardo  i distretti invece è previsto che si passi dagli attuali 23 a 13, coincidenti con le ex Zone territoriali; ad esempio a San Benedetto è già 1, quello di  Ascoli deriva dall’accorpamento di quelli di Ascoli ed Offida, mentre quello di Amandola è passato all’AV 4.

In ciascuna area vasta i distretti rimangono autonomi, la legge infatti prevede solo che ci sia un’unico dirigente amministrativo di supporto, in quanto la loro organizzazione è scaturita dal confronto decennale con i comuni e l’ambito territoriale e le decisioni organizzative sono state prese dal direttore del distretto, coadiuvato dall’Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali, dopo essere state discusse ed approvate in sede di comitato o conferenza dei sindaci.

 

C’è un rapporto forte con il territorio e la programmazione,difatti il programma delle attività distrettuali (l’ultimo è del 2005) e il Piano di ambito sociale del 2008, sono fortemente integrati, e sono stati strutturati in seguito ad un intenso confronto tra direttore di distretto e coordinatore di ambito, soprattutto per le prestazioni ed i percorsi che richiedono una notevole integrazione socio sanitaria, come avviene tipicamente nei servizi per i disabili.

Questo è la nuova organizzazione della sanità nella Regione Marche,che riguarda le persone con disabilità, e su cui vorrei fare delle osservazioni.

In riferimento alle proposte di  ridurre qualche Struttura direzionale,sono molto favorevole ,purchè  lo si faccia bene e in tempi brevi (non solo per risparmiare ma perché “avere troppi generali” in rapporto al numero di soldati crea sicuramente problemi nell’erogazione dei servizi e costa troppo).

 

In relazione al problema UMEA UMEE io vedrei molto meglio unificare la UMEE con l’UMEA in ogni distretto piuttosto che le due UMEE e le due UMEA  in quanto avremmo il vantaggio per il disabile e la sua famiglia di non dover cambiare le persone di riferimento “solo per aver compiuto i 18 anni”; è ovvio e pacifico che, a parte il direttore, tutte le figure presenti debbono continuare ad esserci e mantenere la loro specificità professionale , es neuropsichiatra infantile, fisiatra,ecc..

Ovviamente la LR 18/96 all’art.9 comma 4 prevede già che UMEE ed UMEA siano collocate a livello di distretto.

 

Naturalmente il problema sarà dei partiti, perché  potranno distribuire  meno incarichi agli amici degli amici, ,pertanto dovranno rinunciare ai loro voti.

 

L’altra importante rivoluzione è il rafforzamento delle cure domiciliari per i disabili gravi e per gli anziani non autosufficienti,attraverso il recupero di risorse dato dal taglio dei posti letto.

 

Naturalmente ho parlato di rivoluzione perché siamo in Italia ,dove il nostro sistema sanitario è anni luce indietro rispetto agli altri paesi europei che dà decenni hanno un sistema avanzato di cure domiciliari ,molto efficente e che fa risparmiare milioni di euro e curare nei loro domicili questo tipo di utenza.

 

Nel nostro DNA di cittadini c’è come risposta alle nostre richieste di salute innanzitutto l’ospedale ,questa meccanismo ci porta a rivolgerci al pronto soccorso anche per gli utenti sopracitati, proprio perché il sistema sanitario non è riuscito a far evolvere questo nuovo modo di intendere la sanità,e poter investire in questo settore.

A ciò si unisce la paura dei sindacati di perdere consenso dà parte dei lavoratori del settore pubblico sanitario, e dei politici che vedono frà i loro elettori il terrore di perdere dei posti letto negli ospedali di prossimità.

Un’ulteriore reticenza al cambiamento viene  dai medici di medicina generale che rifiutano di mettersi in rete e passare alla ricetta elettronica ,come viene recentemente evidenziato dà un comunicato stampa della Regione Marche Servizio Salute,questa innovazione è fondamentale per le persone con disabilità e per le loro famiglie ,perché rappresenterebbe una facilitazione notevole per accedere ai servizi farmaceutici ,evitando loro continui spostamenti ,lunghe file ,e risolvere in parte il problema della presenza negli studi medici di barriere architettoniche.

Certo per alcuni di noi allergici all’innovazione e ad internet,in una fase iniziale ,potrà rappresentare un problema, mà sé non sbaglio siamo in Europa e già paghiamo pesanti multe a causa del ritardo sulla digitalizzazione,e non penso potremo rimanere indietro per molto altro tempo.

IL PRESIDENTE

ZAZZETTI ROBERTO