Coser:Niente vacanze quest’anno, sto lavorando a testa bassa per essere pronto per l’inizio del ritiro
Achille Coser è nella sua Casnigo, piccolo paese in provincia di Bergamo, non certo in vacanza dopo l’intervento chirurgico alla spalla destra dello scorso 3 marzo. Volontà e costanza le parole d’ordine dell’estremo difensore bianconero, contrattualizzato con l’Ascoli anche per la prossima stagione, che non vede l’ora di tornare in campo perché per lui “il calcio è una passione prima ancora che un lavoro” tanto che appena può non disdegna una partita a calcetto. “Niente vacanze quest’anno – esordisce il portiere bergamasco – sto lavorando a testa bassa per essere pronto per l’inizio del ritiro; sono reduce dal lavoro svolto a Forlì con la fisioterapista del Prof. Porcellini, Silvia Capone e attualmente sto svolgendo attività di potenziamento muscolare in palestra e in piscina al CSC di Casnigo col preparatore Giampietro Mutti”. Un infortunio che ti tiene lontano dal campo ormai da mesi… “Purtroppo sì, il 2 gennaio parando durante un allenamento la palla mi rimase sotto il braccio destro e da lì è iniziato il calvario: nei giorni successivi si provò invano a stabilizzarla potenziando il muscolo, ma la lacerazione di due tendini e la cartilagine resero necessario l’intervento chirurgico, così il 3 marzo a Cattolica il Prof. Porcellini mi operò, lo stesso che si è occupato di Valentino Rossi, Melandri e Mattia Pasini. Da quel giorno ho avuto il tutore per un mese, a seguire ho svolto la fisioterapia passiva e ora il potenziamento muscolare”. Quanto è stato difficile seguire la squadra a distanza? “Molto perché da fuori non riesci a percepire lo stato d’animo dei compagni e di conseguenza sei più in apprensione; una sofferenza quando ho visto dagli spalti la squadra a Novara, Padova o Varese…”. Quando hai capito che i tuoi compagni avrebbero potuto centrare la salvezza diretta? “Dopo la partita al cardiopalma col Siena ho pensato che i ragazzi ce l’avrebbero fatta; a Novara avevo visto una squadra spenta che mi lasciava presagire come massimo obiettivo il raggiungimento dei play out, ma a Cittadella il gruppo si era ripreso, era vivo e lasciava ben sperare”. Un anno per te da archiviare in fretta? “Credo che ogni esperienza sia positiva e quella in bianconero è stata la più importante della mia carriera per un discorso di storia, società, tifoseria; così l’approdare all’Ascoli in estate fu per me motivo di grande orgoglio, ma l’infortunio subìto mi ha lasciato rammarico a livello personale. Si è trattato del terzo infortunio in sei anni – ho rotto il polso nel 2005 e un dito nel 2008 – e certamente del più doloroso. L’aver raggiunto la salvezza è stato un’impresa incredibile, più volte ho fatto i complimenti ai miei compagni e credo che fondamentale sia stato l’apporto dei calciatori più esperti e del Mister, che ha saputo infondere grandissime motivazioni, mentalità vincente unite a grandi capacità. La curva di Ascoli-Triestina è stato il giusto regalo ai miei compagni, una curva di Serie A” Capitolo calcio scommesse. Che idea ti sei fatto? “Sono rimasto sorpreso e stupito da tutto quello che si è detto e scritto in questi giorni; non entro nel dettaglio perché le indagini sono ancora in corso. Credo che il problema non sia il calcio in sé, le cose negative sono in ogni ambiente e il calcio non ne è immune”.