GIUSTIZIA È FATTA
Riecheggia l’inno dell’ Ascoli Picchio ed evoca aurei momenti passati, melodie che rimenano dentro e scuotono emozioni da tempo sopite.
La gioia per la promozione in B erompe tra la gente, investe l’intera città, fluisce tra le vie e nelle piazze. Oltre alla squadra, alla società, tutti, indistintamente, diventano protagonisti del nuovo successo, della meritata conquista, della grande festa.
Finalmente è stata messa la parola fine al disarticolato incedere di una vergognosa combine.
A pochi km. di distanza, e anche meno, un confine divide la gioia dalla delusione, il tripudio ascolano per il successo, lo sconforto teramano per la sconfitta. Piegati all’ ineluttabile destino – amaramente sentenziato – tifosi teramani riavvolgono le bandiere, le stesse sventolate freneticamente per una promozione che sembrava certa, poi probabile, infine letteralmente dissolta.
A smaterializzare drasticamente il loro sogno, lungamente cullato, non è stato l’ Ascoli Picchio, né Bellini, né gli ascolani, ma quei noti colpevoli, giudicati e condannati.
Noi non vogliamo sviscerare la genesi di una colpa o di un reo, o più rei, ci limitiamo a pensare che la giustizia sportiva deve sempre trionfare e che sia il giusto a beneficiarne.
Amen