A seguito dei tafferugli di domenica 24 novembre al ‘Renato Curi’ di Perugia. Riportiamo la lettera inviataci da Piero Travaglini, presidente del club bianconero ‘Veterani 74’.
“Spettabile redazione,
Vi scrivo per esprimere e descrivere, con rabbia e disapprovazione, l’assoluta ineguatezza del servizio d’ordine effettuato allo stadio Renato Curi di Perugia, in occasione della trasferta dell’Ascoli di domenica 24 novembre.
Fin dal nostro arrivo mi sono accorto che non era stata interrotta nessuna strada limitrofa per favorire l’accesso al parcheggio-ospiti. Infatti, le auto che solo in prossimità del cancello di entrata erano state bloccate, protestavano veentemente strombazzando i clacson. Ad attendere i circa 500 tifosi bianconeri, c’erano si e no una trentina di agenti in tenuta anti-sommossa. Ma lo “scandalo” doveva ancora venire… Dopo la partita, a tutti i tifosi dell’Ascoli, è stato concesso di uscire subito dal settore loro riservato ed appena tornati nel parcheggio abbiamo visto l’assalto dei perugini, ai quali, come era logico aspettarsi, è stata rivolta una reazione.
Un parapiglia generale che ha visto coinvolti noi tifosi bianconeri, i pochi agenti in divisa blu e i rossi di Perugia. Poco dopo ci hanno intimato di risalire sui pullman e di ripartire: e qui il top!!! Usciti dal parcheggio e percorsi al massimo 300 metri, hanno intimato all’autista del nostro pullman, che capeggiava la fila di bus e pulmini, di fermarsi e di attendere. Vane sono state le vibrate sollecitazioni del nostro autista, alle pattuglie davanti a noi, di farci muovere, facilmente intuibile il motivo. Infatti, dopo qualche minuto d’attesa sono arrivati i rossi ultras perugini che, con tutta calma e senza correre, ci hanno preso a sassate, rompendo numerosi vetri e bozzando la carrozzeria dei pullman. Finito il “lavoro”, se ne sono andati e noi siamo ripartiti. Tutto questo sotto gli occhi di due pattuglie di polizia e degli occupanti delle auto, ferme in senso inverso, che inveivano contro di noi (la tanto decantata “mentalità “aperta” e pacifista degli umbri!).
Ora io mi chiedo come sia possibile una diversa organizzazione dell’ordine pubblico fra una Questura ed un’altra! In Ascoli, in occasione delle gare del Picchio, viene bloccata mezza città. La circonvallazione nord viene limitata da Porta Cappuccina a Monticelli; a Campo Parignano per passare il ponte di Santa Chiara bisogna esibire un documento per dimostrare di essere residente; fra la tribuna est e la curva nord viene eretto il muro di Berlino “smontabile”; sul viale Rozzi si può solo andare a piedi ed al pre-filtraggio ci manca solo che ti chiedano codice fiscale e la patente! E gli ospiti sono invitati dallo speaker a rimanere a loro posto, dentro il settore…
A Perugia invece, gli ultras possono permettersi di scavalcare le reti di recinzione del parcheggio-ospiti, uscire da una parte rientrare da un’altra, avvicinarsi agli avversari con estrema facilità e tirargli pietre del peso minimo di 2 kg!!
In tutto ciò che è avvenuto, se permettete, mi è venuto il sospetto della premeditazione, e come non potrebbe venire in mente! Oppure c’è un’altra ipotesi, forse la più veritiera: la Scuola di Polizia, che ci fece tanto ridere nei films degli anni ’90, non è negli USA…ma a Perugia!“