Protesta organizzata dal C.A.T. e dalla Campagna “Trasparenza e diritti “
La proposta di bilancio regionale 2015 (pdl 266), conferma le peggiori previsioni rispetto al bilancio 2015 riferito ai servizi sociali. Si tratta di un sostanziale azzeramento del fondo*.
Nel comunicato stampa del presidente Spacca successivo alla approvazione del Bilancio si affermava “È un atto di grande responsabilità e di estrema correttezza che recupera marginalità del bilancio e risorse accantonate o premialità che avrebbero dovuto essere spese ad esempio per la sanità ma vengono impiegate nel sociale, consentendo di mantenere gli impegni più urgenti assunti negli incontri avuti con le parti sociali”. Invisibile la responsabilità al pari delle risorse che verrebbero impiegate nel sociale. L’unica cosa tangibile e verificabile è il mancato rifinanziamento di leggi regionali riguardanti persone con disabilità, infanzia, famiglia, detenuti, insieme ad altri interventi sociali. Una situazione di assoluta insostenibilità, invisibile solo a quanti non si rendono conto degli effetti su migliaia di cittadini fragili che hanno assoluta necessità di interventi e servizi sociali e sociosanitari.
Il rimando, da parte del presidente Spacca, ad una successiva manovra del nuovo governo regionale è lontana dall’apparire un atto di responsabilità, appare invece l’ennesimo tentativo di scaricare su altri le proprie responsabilità. Altri che tenteranno poi di dire che la colpa non è la loro ma di chi c’era prima; oltre che del governo nazionale, della cui compagine quello regionale fa parte.
Non cadremo in questa trappola. All’assemblea chiediamo una modifica sostanziale della pdl della giunta attraverso il recupero delle quote di bilancio degli interventi che tutelano le categorie più deboli (minori, disabili, sostegno al reddito, ecc..) ed i fruitori dei servizi sociosanitari (domiciliari, diurni e residenziali) insieme ad una radicale modifica della bozza di delibera su fondo solidarietà e accordo contrattuale.
Per questo motivo giovedì 9 presidieremo il Consiglio regionale con l’obiettivo di far modificare la proposta ma anche di denunciare le ambiguità e responsabilità regionali