Uno sguardo sul settore giovanile di Iachini:la crescita individuale dei ragazzi al centro di tutto
“Qui a Monticelli ho iniziato allenando una squadra di ragazzi e anche allora il settore giovanile funzionava discretamente. C’era però poca disponibilità da parte di tutti alla cultura del lavoro, ci si approcciava male al lavoro sul campo, al rispetto dei regolamenti e la presenza agli allenamenti era bassa. Da quando mi è stato dato l’incarico di responsabile ho preso visione di questo e mi sono messo intorno persone a me vicine dal punto di vista umano con le quali condividere questo progetto. Con lo staff abbiamo buttato giù la regolamentazione del settore giovanile. Oggi tutti hanno la stessa divisa, tutti rispettano lo stesso regolamento e la presenza agli allenamenti, rilevata mensilmente, è del 95-98%.
Nel primo anno ci siamo concentrati quindi sugli aspetti organizzativi e di regolamentazione. Quest’anno, anche grazie alla promozione della prima squadra, abbiamo innalzato il livello numerico e qualitativo. Abbiamo rose di buon livello e un’unica metodologia di lavoro che rispecchia quanto fatto da Mister Stallone in prima squadra. La sua è una metodica che vede una grossa intensità nel lavoro con la palla e si concentra sulla crescita individuale dei giocatori.Con i ragazzi che vanno dal 2002 a quelli della Juniores stiamo facendo un percorso progressivo di attività coordinativa che li porterà poi a fare delle vere e proprie sedute di forza. Tutto gira intorno ad un unico modo di lavorare e ad un rapporto continuo con i ragazzi per valutare eventuali difficoltà e problematiche.
Anche gli allenatori sono continuamente monitorati, ci vediamo una volta ogni mese e mezzo. Hanno l’obbligo di far giocare tutti anche per valutarne il percorso di crescita. Questo è un modo di pensare diverso, non facciamo giocare solo i più bravi ma, avendo rose numerose, diamo spazio a tutti. Anche perchè alla fine del percorso non vogliamo sbagliare la valutazione di nessun ragazzo, e possiamo farlo attraverso gli allenamenti ma sopratutto grazie ad un certo numero di partite.
Le due squadre dei giovanissimi si allenano allo stesso orario dividendosi il campo. Hanno in comune un collaboratore tecnico e un preparatore che girano durante l’allenamento in modo tale che in ogni fase ci siano due persone a seguire i ragazzi. Il collaboratore tecnico aiuta i mister per la parte tecnico-tattica, mentre il preparatore si occupa della parte coordinativo-motoria. Stessa cosa per le due squadre degli allievi.
Per quanto riguarda la Juniores la società poteva, per questo primo anno, continuare con i Regionali ma è stata fatta una scelta importante di partecipare al campionato Nazionale. La società h inoltre fatto un’altra scelta che riguarda il fatto di giocare con tutti ragazzi classe 1998, più un paio di 1997 aggregati in prima squadra e che scendono di categoria se ce n’è bisogno. Sapevamo che giocare sotto età poteva creare qualche problema ai ragazzi ma fino ad ora ce la siamo giocata alla grande con tutti. La squadra è affidata a Mister Natalini, come lo scorso anno, mentre io mi occupo della parte atletica. Abbiamo fatto una preparazione forte, un lavoro pesante di forza: i ragazzi non erano abituati ma stanno smaltendo.
Con la Juniores abbiamo vinto il campionato regionale lo scorso anno e abbiamo deciso di mandare tutti i 1997 a giocare nelle prime squadre di società di Promozione e Prima Categoria. Questo per continuare quel processo di crescita iniziato e per permettere loro di giocare con i “grandi”.
La scuola calcio riguarda i ragazzi che vanno dal 2003 al 2008. Questi si allenano martedi e giovedi al Velodromo e sono accompagnati da allenatori e da insegnati laureati in scienze motorie. La metodologia di lavoro si rifà a quelli che sono gli Small Sided Games; ossia a partitine per sviluppare le capacità tecniche, coordinative e tattiche. I primi calci invece (2009-2011) si allenano nella palestra vicino all’Ospedale.
La politica della società è chiara: anche a discapito dei risultati, quello che conta è la crescita individuale dei ragazzi. Solo attivando questo modo di lavoro potremmo arrivare un giorno a “costruirci” gli under a casa da soli. Non è semplice sicuramente ma poi è normale che questa crescita individuale porterà ad una crescita di tutta la squadra. La società crede fermamente in questo percorso e, ripeto, la scelta di giocare il campionato Nazionale Juniores, con ragazzi sotto età, è il modo migliore per far crescere i ragazzi e di portarli un giorno nella rosa della prima squadra”.